- luglio 20, 2017
- Posted by: Gianmattia Masiero
- Categoria: Economics, News

Iran: grandi opportunità di business per le imprese occidentali- Sviluppo mercato estero
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La fine delle sanzioni all’Iran apre la possibilità a grandi opportunità di business per le imprese occidentali. Non solo il Petrolio, che ovviamente è il primo settore di interesse, ma anche l’industria automobilistica (con un parco auto circolante in gran parte da rinnovare), il sistema ferroviario e quello aereo risultano essere i settori strategici di sviluppo del nuovo Iran.
Il Paese infatti fa i conti con le sanzioni economiche dalla fine degli anni Settanta e per procurarsi i prodotti dall’estero ed eludere il blocco commerciale, ha fatto massicciamente ricorso al contrabbando. Solo nel 2014 si stima un ammontare delle importazioni illegali a circa 25 miliardi di dollari, contro un mercato legale dell’import intorno ai 60 miliardi di dollari. A rifornire il Paese durante le sanzioni sono state soprattutto Cina e Russia, ma ora, con la fine delle sanzioni, la situazione è destinata a cambiare, seppure gradualmente.
La conseguenza immediata della revoca delle sanzioni è lo scongelamento di decine di miliardi di attività finanziarie detenute dalla Banca centrale e da altri enti governativi iraniani all’estero. Secondo fonti americane si tratta di circa 100 miliardi di dollari, la Banca centrale iraniana parla invece di 29 miliardi. Le imprese europee partono favorite su quelle americane perché gli Usa manterranno una serie di sanzioni economiche e divieti che risalgono a un periodo precedente al braccio di ferro sul nucleare. Il Tesoro Usa ha comunque annunciato che filiali estere di aziende americane potranno commerciare con l’Iran.
Per quanto riguarda l’Italia, un recente studio della Sace ha evidenziato un possibile incremento dell’export italiano nel Paese di quasi 3 miliardi di euro nel quadriennio 2015-2018, con le migliori opportunita’ nei comparti della meccanica strumentale, dell’oil and gas, dei trasporti, della moda e nell’agro-alimentare. Dal 2006 l’Italia ha perso molte posizioni, pur rimanendo il nono Paese esportatore nei confronti dell’Iran.
Il secondo settore di opportunità per Teheran è l’automotive. L’Iran era un mercato da 1,5 milioni di immatricolazioni di veicoli all’anno nel periodo pre-inasprimento sanzioni del 2011, ora ci si attende un ritorno sopra i 2 milioni di unità all’anno. Questo soprattutto per la necessità di rinnovare un parco circolante (14 milioni di unità) vecchio ed obsoleto. In prima linea ci sono le francesi Psa e Renault, già presenti con joint venture nel Paese.
Anche i trasporti offriranno buone prospettive di domanda. Le sanzioni hanno vietato all’Iran di acquistare aerei occidentali fin dagli anni ’70, contribuendo a creare una flotta aerea antiquata e di scarsa qualità. L’Iran ha annunciato il rinnovo della flotta con l’acquisto di una nuova flotta da Airbus. Stesso discorso vale per i treni e le ferrovie. Numerosi costruttori inglesi e francesi sono in corsa per l’ampliamento e il rinnovo della rete ferroviaria iraniana.
Con la fine delle sanzioni all’Iran, scattano gli affari. Le imprese del made in Italy guardano con fiducia al mercato di Teheran che apre le porte a partner internazionali (consolidando quelli con l’Italia) per modernizzare l’apparato produttivo.
Le stime al 2022 prevedono una crescita importante dell’economia iraniana attorno ad un 8% medio/annuo con investimenti stranieri attorno a 30-35 miliardi di dollari.
Polymer Industry Media International riporta un po’ di cifre dell’export italiano in Iran, che consiste soprattutto in macchinari e attrezzature (oltre 522 milioni di euro nel 2016), prodotti chimici (circa 78,5 milioni) e forniture per il settore elettrico (52 milioni). Il comparto gomma-plastica è all’ottavo posto nella classifica dell’export italiano in Iran, con un valore complessivo di 19,6 milioni di euro.